Passato remoto, un tempo, un modo

by Claudia Beggiato

L’anno scorso sono andato in vacanza al mare.
L’anno scorso andai in vacanza al mare.

Quando parlate di un avvenimento concluso che non ha più nessuna attinenza con il presente, che forma verbale usate?

Non so voi, ma nella mia zona, non siamo abituati ad usare propriamente i tempi verbali corretti.
Parlare usando i tempi giusti, è inusuale tanto da farci apparire “fuori dal comune”.

A volte dialogando, mi sforzo di usare il passato remoto quando serve, al posto del passato prossimo:
Se parlo di qualcosa di passato, uso questa forma verbale ma avverto una certa perplessità nell’interlocutore: mi guardano in modo strano e mi sento un po’ a disagio!

Del resto qui in Veneto è abituale usare sempre il passato prossimo parlando di avvenimenti passati. Il passato remoto è associato ai dialetti meridionali perché tutti coloro che arrivano dal sud Italia, lo usano sempre, anche in eccesso quando parlano al presente.

E’ un fatto reale che non si usi quasi più questo modo e che si abusi dell’uso del passato prossimo ma del resto, l’uso del passato remoto nel linguaggio parlato, per noi Veneti, suona come qualcosa di retrogrado, troppo formale e un poco snob.

Continuiamo a sbagliare perché parlare correttamente ci fa sembrare stravaganti.
Sbagliare i congiuntivi, invece, è normale. In quel caso, nessuno ti guarda strano perché oggi –purtroppo- succede spesso.

Vorrei tanto imparare a usarlo senza vergognarmi.
Vorrei imparare a rispondere “Prego?!” quando non capisco e non “Ehhh?!”
Vorrei che si capisse come usare il congiuntivo.
Vorrei che si arricchisse il vocabolario abituale con parole difficili così da impararle e usarle propriamente.
Vorrei tutto ciò, per me e per tutti.

Ci proviamo?