Nevenka

by Claudia Beggiato

Il coniglio incontrò Nevenka.
Bianca, immacolata e statica.
Era bellissima nei suoi lunghi capelli e la veste rifletteva la luce dei suoi occhi.
Nevenka era croata e da tempo aveva scelto di vivere in quel luogo così desolato.
Voleva stare isolata perché diceva di amare la solitudine ed era alla ricerca di se stessa.

Successe, un giorno, che mentre percorreva il tragitto abituale, cadde.
Il suo corpo giacque al suolo ghiacciato, per ore.
Lei non si accorse di nulla, non si rese conto di quanto successe.

Si risvegliò l’indomani nella propria casa, come niente fosse.
Si alzò, si diresse in cucina come tutte le mattine e preparò il caffè.
Andò in bagno e accese la luce.
Il suo sguardo si posò sullo specchio. Nevenka si spaventò: non si riconobbe…

Una musica risuonò nelle sue orecchie e sentì la voce:
“Neve bianca tra le mani ormai riposa stanca
Neve bianca, trasparente io non sono più!
La notte è sincera, la nebbia va via, la collina scopre a casa mia.
I passi di un uomo che scivola via, e l’inverno agli altri fa la spia!
Neve bianca, nel mio letto ormai riposa stanca neve bianca, trasparente io non sono più!
E dentro lo specchio non sono più io, sette giorni ed ogni giorno è il mio, con sette fratelli che solo per me, han rubato il tempo che non c’è.
L’invidia crudele acceca l’età
E il viso di neve la morte vedrà!
Neve bianca, quella mela, rossa, non si mangia
Neve bianca, trasparente io non sono più!
L’incanto è finito, mi sveglio con te, ma sei strano, dimmi cosa c’è?
La notte è sincera, e tu non mi vuoi più, Biancaneve non si scioglie più.
Neve bianca, tra le mani ormai riposa stanca
Neve bianca, trasparente io non sono più!”.