Illusioni

by Claudia Beggiato

C’era una volta un giovane principe che credeva in tutte le cose tranne che tre. Non credeva nelle principesse, non credeva nelle isole, non credeva in Dio. Il re suo padre gli diceva che queste cose non esistevano. Siccome nei domini paterni non vi erano ne’ principesse ne’ isole ne’ alcun segno di Dio, il principe credeva al padre.
Ma un bel giorno il principe lascio’ il palazzo reale e giunse al paese vicino. Quivi, con sua grande meraviglia, da ogni punto della costa, vide delle isole e, su queste isole, strane e inquietanti creature cui non si arrischio’ di dare un nome. Stava cercando un battello, quando lungo la spiaggia gli si avvicino’ un uomo in abito da sera, di gran gala.

“Sono vere isole, quelle?”, chiede il giovane principe.
“Certo, sono vere isole”, rispose l’uomo in abito da sera.
“E quelle strane e inquietanti creature?”.
“Sono tutte genuine e autentiche principesse”.
“Ma allora anche Dio deve esistere!”, grido’ il principe.
“Sono io Dio”, rispose l’uomo in abito da sera con un inchino.
Il giovane principe torno’ a casa al piu’ presto.
“Eccoti dunque di ritorno”, disse il re, suo padre.
“Ho visto le isole, ho visto le principesse, ho visto Dio”, disse il principe in tono di rimprovero.
Il re rimase impassibile.
“Non esistono ne’ vere isole ne’ vere principesse ne’ un vero Dio”.
“Ma e’ cio’ che ho visto!”.
“Dimmi com’era vestito Dio”.
“Dio era in abito da sera, di gala”.
“Portava le maniche della giacca rimboccate?”.
Il principe ricordava che erano rimboccate. Il re rise.
“E’ la divisa del mago. Sei stato ingannato”.
A queste parole il principe torno’ nel paese vicino e si reco’ alla stessa spiaggia dove s’imbatte’ di nuovo nell’uomo in abito da sera.
“Il re mio padre mi ha detto chi sei”, disse il principe indignato.
“L’altra volta mi hai ingannato, ma non m’ingannerai ancora. Ora so che quelle non sono vere isole ne’ vere principesse, perche’ tu sei un mago”.
L’uomo della spiaggia sorrise.
“Sei tu che t’inganni, ragazzo mio. Nel regno di tuo padre vi sono molte isole e molte principesse. Ma tu sei sotto l’incantesimo di tuo padre e non le puoi vedere”.
Il principe torno’ a casa pensieroso. Quando vide il padre, lo fisso’ negli occhi.
“Padre, e’ vero che tu non sei un vero re, ma solo un mago?”
Il re sorrise e si rimbocco’ le maniche.
“Si, figlio mio, sono solo un mago”.
“Allora l’uomo della spiaggia era Dio”.
“L’uomo della spiaggia era un altro mago”.
“Devo sapere la verita’, la verita’ dietro la magia”.
“Non vi e’ alcuna verita’, dietro la magia”, disse il re.
Il principe era in preda alla tristezza . Disse: “Mi uccidero'”.
Il re, per magia, fece comparire la morte. Dalla porta la morte fece un cenno al principe. Il principe rabbrividi’. Ricordo’ le isole belle ma irreali e le belle ma irreali principesse.
“Va bene”, disse, “riusciro’ a sopportarlo”.
“Vedi, figlio mio, disse il re, “adesso anche tu sei diventato un mago”.
[The magus di John Fowles]

Un novellista inglese ci parla attraverso questa favola e mette in luce quanto spesso siamo circondati da insicurezze su ciò che prima era una certezza.

Per raggiungere la maturità è necessario prendere consapevolezza delle cose e questo richiede impegno e volontà di mettersi in discussione sempre.

Le grandi certezze non esistono e il dubbio non è un dramma ma una straordinaria opportunità.